Quando oggi parliamo di "marchio" il nostro primo pensiero va ai prodotti che consumiamo ed alle aziende che li producono.
Conosciamo talmente bene la potenza comunicativa di questo strumento e la sua importanza nella individuazione di idee e proprietà intellettuali che alcuni marchi sono diventati nel linguaggio di tutti i giorni sinonimo del prodotto che rappresentano.
Ma i primi veri e propri marchi hanno radici molto più antiche della rivoluzione industriale, quando gli stampatori ed editori del rinascimento cominciarono ad utilizzarli nelle proprie opere per renderne indubitabile l'autore e combatterne la contraffazione.
La stampa è quindi il primo grande veicolo attraverso il quale il concetto di marchio come sigla visiva si diffonde, esercitando un enorme fascino come elemento decorativo: conferisce al pari degli stemmi nobiliari una netta distinzione personale.
Con questo spirito la Fonderia Nebiolo a metà degli anni '50 pubblica una raccolta di 180 marchi già pronti pensata appositamente per la propria clientela di tipografi: a predisporla è Alessandro Butti, predecessore e maestro di Aldo Novarese come direttore dello Studio Artistico, che utilizza caratteri e fregi Nebiolo in graziosi monogrammi dagli accostamenti ancora oggi mai scontati.